domenica 16 dicembre 2012

L'ombra del Vento

Giusto per bilanciare un po' le cose, stavolta mi cimenterò in una recensione negativa, le quali, come tutti sappiamo, sono molto più divertenti da scrivere. 

Sì, avete letto bene, questa sarà una critica NEGATIVA dell'Ombra del vento, il libro che è diventato un vero e proprio caso letterario. Pubblicato nel 2001, questo romanzo dell'autore spagnolo Carlos Ruiz Zafón, e pubblicato in Italia nel 2004,  ha conosciuto una grande fama a partire nel corso degli anni, a quanto pare grazie al tradizionale metodo passaparola tra i lettori, i quali, grazie alle alte vendite, hanno spinto le case editrici a pubblicarlo in grande stile. 
Io non so quanto di tutto questo sia vero, se si è trattato di una vera richiesta da parte del pubblico, o piuttosto di una strategia di marketing per promuovere vari libri del genere gotico d'avventura che in quegli anni stava rapidamente tornando di moda. Non so neanche se il libro fosse un autentico best-seller prima che le case editrici lo pubblicizzassero come tale, e se davvero aveva avuto tutte quelle recensioni positive quand'era uscito la prima volta. 
So solo questo: comprare L'Ombra del Vento ha posto fine alla mia brutta abitudine di leggere qualcosa solo  perché la leggono tutti. Mi era stato consigliato dal Venerdì di Repubblica, la Repubblica stessa, vari blog di critica letteraria, e ogni singolo utente dei forum che all'epoca frequentavo. 
Non  potevo dire di no, giusto? Giusto? Tra l'altro c'era pure il sequel!
Nel  Settembre 2010,  dunque, entro in libreria e compro l'Ombra del Vento, edizione economica, curiosa di vedere com'è. 

AVVERTENZA: E' impossibile per me continuare senza aggiungere SPOILER. Quindi, d'ora in poi, leggete a vostro rischio e pericolo. 

Cosa c'è ,quindi, che non va in questo famoso romanzo? Lasciate che io le enumeri: 

La Trama, ovvero l'autore spera che voi non abbiate mai letto un romanzo gotico o un thriller prima del suo.

La trama dell'Ombra del Vento, come ogni romanzo del suo genere, ha una trama intricata con molte storie e molti personaggi. Si tratta delle vicissitudini di Daniel Sempere, un ragazzo barcellonese degli anni 40 alla ricerca di Julián Carax, misterioso scrittore dell'Ombra del Vento, un romanzo gotico che il protagonista ha scelto (o è stato il libro a scegliere lui?) in un posto chiamato il Cimitero dei Libri dimenticati. 
La storia, di per sé, scorre abbastanza bene, e devo essere sincera,  l'ho letto velocemente, ansiosa di sapere cosa sarebbe successo dopo. L'autore fa un buon lavoro nel presentare i protagonisti e appassionare il lettore con le loro storie, spesso grazie all'aura di mistero in cui sono avvolti. 
C'è, tuttavia, una  condizione a tutto questo, ed è abbastanza onerosa se, come me, amate speculare molto su ciò che leggete; semplicemente, la trama funziona se non ci pensate troppo. Ad esempio, all'inizio del romanzo, Daniel incontra  un uomo che si fa chiamare Lain Coubert, come l'incarnazione del diavolo nei libri di Carax, e rifiuta  la sua offerta di dargli il libro dello scrittore scomparso per bruciarlo; è la sua missione nella vita, dice, bruciare i libri di Carax. 
Naturalmente, ho pensato molto a chi potesse essere; e, giuro che vi sto dicendo la verità, la seconda cosa che mi è venuta in mente è stata: "Non sarà mica la solita storia dell'autore che brucia i suoi stessi libri, vero?".  Poi mi sono detta: "No, andiamo, questo trucco non si fa più da anni!". 
Non avevo pensato, ingenua, che il il libro era stato scritto nel 2001, quando questo trucco era appena tornato di moda, sospetto grazie a un certo film del 1999 (SPOILER SE NON L'AVETE VISTO),  ed era usato prepotentemente in ogni libro o film etichettato come thriller fino a quando Will Smith non vi ha posto una fine nel 2007 in Io sono Leggenda. 
Il guaio è che Zafón riutilizza molti tropi del genere gotico dimenticandosi che non è il primo a farlo e sicuramente non il migliore: quando nel tuo campo hai Stephen King  a farti da concorrenza, dovresti cercare di fare qualcosa di più. 
 Inoltre, le vicende sembrano a volte troppo forzate, come se dovessero essere tragiche per forza, nonostante non ci sia ragione per questo; ci sono un bel po' di situazioni che si sarebbero potute risolvere se solo i personaggi avessero pensato un po' di più (di questo parlo più avanti), ma a quanto pare il romanzo non distingue tra "situazione tragicamente senza via d'uscita" e "idiota che continua a fare gli stessi errori ancora, ancora e ancora". 
Il meccanismo del romanzo è anche un po' farraginoso: ogni volta che Daniel è a un punto morto delle sue indagini, appare un personaggio apposta per aiutarlo, spesso semplicemente raccontando la sua storia e poi scomparendo per sempre. 
Personalmente, credo che le brevi storie incapsulate qua e là siano migliori del romanzo in sé; Zafón si dovrebbe concentrare su quelle, ne verrebbe fuori qualcosa di meglio; in generale, nel romanzo, sotto l'apparenza  complessa, si nasconde un intreccio piuttosto banale che sa di già visto. 


I personaggi: come essere un egocentrico e sopravvivere, e la misoginia è male solo se la esercitano gli altri.

Partiamo da  Julián Carax, il misterioso autore intorno al quale gira tutto il libro. Dovremmo credere che si tratti di un  ragazzo brillante dotato di un dono speciale, oppresso dagli aridi burocrati a servizio della dittatura, e dalle rigide convenzioni del tempo. 
A una seconda ispezione, si tratta di un ragazzino e poi di un uomo egoista, egocentrico, che non esita a ferire chi gli sta attorno pur di ottenere quello che vuole, senza mai preoccuparsi delle conseguenze. 
Julián Carax si innamora a prima vista della bellissima Penélope, e, anche se è un amore impossibile per differenze di classi sociali e sarebbe un'orrenda idea per loro stare insieme, decidono di scappare. Il piano va male, perché Carax (scusate il tono qui, ma è esattamente ciò che succede) non sa tenerselo nei pantaloni per sei giorni, decide di fare l'amore con l'amata, e viene puntualmente scoperto. Lui riesce a scappare a Parigi, lei no. 
Questa "inevitabilità dei sentimenti" è un tema ricorrente nel romanzo, ed è usato per giustificare qualunque azione incosciente, calpestare qualsiasi amicizia e dimenticarsi delle basilari regole di sopravvivenza. Il fatto che, in fondo, a Carax non importi di nulla se non dei suoi bisogni è dimostrato dalla facilità con cui lascia che il suo amico, Miquel Moliner, si sacrifichi per lui. Fa qualche debole resistenza, ma alla fine cede. Vi immaginate Harry Potter che fa una cosa del genere?  

"Ripensandoci, questa battaglia è un errore. Uccidi pure la gente nella scuola, io
sono troppo importante"


Un altro esempio è Nuria Monfort, che sarebbe una donna brillante se non fosse innamorata di Carax, trasformandosi così da donna intelligente e forte a Martire dell'Amore, pensando sempre a  lui anche quando si sposa con Miquel. 
Tra i cattivi abbiamo Javier Fumero, un poliziotto "amico d'infanzia" di Carax e Moliner, che si è fatto strada in polizia grazie al Franchismo. Fumero è il vero cattivo della storia, ed è l'antitesi di Carax: brutto, inquietante, con odio per i libri (anche se non si da se è derivato dallo stesso Carax) o con una madre tremenda. Per tutto il il libro fa cose orribili, ma il vero e proprio punto di non ritorno, scopriamo, lo raggiunge già da ragazzino: si innamora anche lui di Penélope. In qualche modo non è adatto a lei (perché...ama gli insetti, credo. Gli insetti fanno schifo.), e non perdonerà mai a Carax di avergliela portata via, cominciando a odiare le donne nel frattempo. Possibile che la soluzione alla dittatura sia la f...lasciamo perdere. 
Un altro cattivo, anche se in questo caso è più un "buono a nulla", è Jorge Aldaya, fratello di Penélope e il mancato erede di Don Ricardo, che gli preferiva Carax (ma perché, visto che non erano paren...no, non pensate!), manipolato prima dal padre e poi da Fumero per vendicarsi di lui. In un' altra storia sarebbe potuto essere un personaggio tragico, disposto a tutto per accontentare un  padre che non l'ha mai voluto, qui invece è solo uno patetico strumento per la vendetta di Fumero. Carax non ne è particolarmente sconvolto. 
Occasionalmente, devo riconoscerlo, Carax viene richiamato sul suo comportamento egoista, addirittura accusato di voler sacrificare tutto per vivere la sua storia d'appendice. Ma è troppo poco: quando, infine, decide di bruciare i suoi stessi libri, cosciente del dolore che ha causato, tutti si precipitano a dirgli di non farlo. 
Per quanto riguarda i "personaggi attuali", Daniel e Beatriz, devo dire che non mi stavano troppo antipatici, fino a che non hanno deciso di rimettere in scena il dramma di Carax. In particolare, Beatriz decide di non fare come le ha detto il padre, ossia sposare un franchista, mettendosi con Daniel, al grido di "Salvami, ti prego!". 
Ecco un altro problema: il libro presenta diversi casi di violenza sulle donne, ma allo stesso tempo non fa nulla per discostarle dallo stereotipo di "donne innamorate" e "donzelle in difficoltà", e sono tutte delle bellezze incredibili. 

La popolazione femminile di Barcellona tra gli anni 20 e 50.



L'unica eccezione è Clara Barceló, la quale è presentata come una ragazza di facili costumi che finisce sola e invecchiata perché, presumibilmente, non ha amato un uomo con passione distruttiva.
Fermín, per quanto divertente, presenta lo stesso problema con le sue teorie sul genere femminile e su come conquistarlo, e tutte si rivelano corrette. 
Però, forse, la scena che rivela di più l'ambiguo atteggiamento del romanzo verso le donne è l'addio tra i  nostri eroi Julián e Miquel, il quale promette di lasciagli in eredità Nuria, sua moglie, perché "tutto ciò che è mio sarà tuo". 
Si commenta da solo. 


I Temi: qual è la morale?

Al solito, l'Ombra del Vento presenta la sua morale, ma nella realtà non fa molto per supportarla. Ci vuole  insegnare come il Potere delle Storie rende migliori le persone, ma i nostri eroi non  migliorano affatto, anzi; ci vuole insegnare come il contatto con una persona speciale e la sua opera ci cambi la vita, ma in realtà rovina vite intere; ci vuole insegnare come i sentimenti siano la vera forza della vita, anche se i personaggi avrebbero fatto meglio a tenerseli per sé. 

Dunque no, non è un buon romanzo, non è una grande storia, non superiore agli innumerevoli thriller che si comprano insieme ai giornali la domenica. 

Un'ultima considerazione, però, è necessaria: io ho scelto questo romanzo con un metodo opposto a Vita di Pi: se nel primo ero ben sicura di cosa comprare, influenzata dalla gente intorno a me, nel secondo mi ero fatta guidare dall'ispirazione, proprio come Daniel nel Cimitero dei Libri Dimenticati. 

Il risultato, come potete vedere, è ben chiaro. Crudele ironia, non è vero, Zafón

Come nota finale, non sperate che se ne faccia un film. Lo scrittore pensa che il libro non sia cinematografico, e questa, è, ehm...la sua opinione. Non una gran perdita, comunque. 




L'Ombra del Vento. 
Autore: Carlos Ruiz  Zafón.
Titolo Originale: La sombra del Viento.
Lingua originale: Spagnolo. 
Prima edizione: 2001
Prima edizione italiana: 2004
Casa Editrice italiana: Mondadori. 

































4 commenti:

  1. Cercavo un riassunto del libro per capire come andava a finire, già immaginavo il finale, e l ho soprattutto abbandonato per il contenuto iper misogino maschilista becero ignorante ma che schifezza è questa? Che messaggio manda l autore nei confronti dei personaggi femminili del libro??? Aiuto sta roba è da boicottare e non so cos altro ha scritto l autore ma per me rientra nella categoria scrittori sessisti di m###a, sono pienamente d'accordo con la tua recensione

    Kike

    RispondiElimina
  2. Finito di leggere qualche ora fa. Un buon libro consigliatomi e che consiglio di leggere. Per nulla d'accordo con la recensione spoiler, un libro va letto, maschilismo, sessismo? Boicottare? Diamine.. no. È un libro.. non un vangelo.

    RispondiElimina
  3. Sto leggendo questo libro da qualche giorno e mi piace molto. Le storie sono molto belle ed è molto intrigante
    Non sono assolutamente d'accordo con questo commento spoiler negativo. Se sei un buon lettore sai apprezzare un libro del genere.

    RispondiElimina
  4. leggetelo in castigliano ... è tutt'altra cosa !

    RispondiElimina