Per cominciare, voglio parlare di un film uscito recentemente, basato su un libro. Il film in Italia uscirà il 20 dicembre, e colgo l'occasione per consigliarlo e magari salvare qualche anima infelice dall'andare a vedere l'ennesimo film di Natale.
Partiamo dall'inizio: nel lontano 2005, poco prima di partire per l'Inghilterra, decido di comprare un libro da leggere per passare il tempo per due settimane (stento a credere che ci sia stato un tempo in cui potevo sopravvivere così a lungo senza Adsl). Vado in libreria con una mia amica, e, dopo molte ricerche e varie opzioni scartate ("Quattro amiche e cosa...? No, non mi interessano libri sulla moda"), lei mi indica un libro con in copertina un ragazzo su una barca e una tigre. Incuriosita, leggo il risvolto e leggo la premessa: si tratta di un ragazzo indiano che fa naufragio nel bel mezzo dell'oceano Pacifico, e si ritrova su una scialuppa di salvataggio con una iena, una zebra, un orango e una feroce tigre del Bengala.
Sul retro, c'è scritto: vincitore del Booker Prize del 2002. E poi: "Questa storia vi farà credere in Dio".
Non so che cosa mi abbia convinta a comprarlo, se il fatto che il libro sembrava prestigioso (aveva vinto un premio! Questo vuol dire qualcosa, no?), oppure la frase che suonava come una sfida, o semplicemente la nostalgia di Harry Potter, il cui ultimo volume era ancora inedito in Italiano e la premessa che sembrava abbastanza fantasy.
In ogni caso l'ho comprato e sono partita con il libro che mi avrebbe fatto credere in Dio. E' ancora adesso uno dei mie libri preferiti.
Devo avvertirvi di una cosa: nonostante la premessa bizzarra, il libro è quanto mai lontano dal fantasy.
La storia è strana e visionaria, ma sorprendentemente realistica, migliore di molti romanzi d'avventura. E come molti romanzi d'avventura, usa l'artificio letterario dello scrittore che intervista il sopravvissuto, ormai adulto e residente in Canada. Pi, un ragazzo indiano , vive con i suoi genitori, proprietari di uno zoo, e suo fratello a Pondicherry, nell'India francese; Pi è un ragazzo un po' strano: invece di amare gli sport come tutti i ragazzi della sua età, è più interessato al lato spirituale delle cose, e, in una buffa sequela di eventi, finisce per convertirsi a tre religioni diverse: Induismo, Cristianesimo e Islam.
Come dice lui: "Vuole solo amare Dio".
La sua vita in India è bruscamente interrotta dalla decisione del padre di trasferirsi in Canada e aprire lì uno zoo; Pi si ritrova quindi ad abbandonare la sua terra natia e a imbarcarsi su un cargo che attraversa il Pacifico. Ma la nave affonda e la parte centrale del romanzo comincia.
La storia si sforza molto di evitare le trappole del genere in cui si ritrova: è chiaro sin dall'inizio che Pi non è un eroe d'azione, non ha nessuna esperienza del mondo che non potrebbe avere qualsiasi ragazzo di quindici anni, a parte qualcosa in più sugli animali che gli ha insegnato il padre. Gli animali stessi, soprattutto la tigre, non sono graziosi animaletti parlanti alla Disney, ma animali selvaggi in piena regola, da trattare con cautela.
Non a caso, nei primi capitoli del romanzo, il padre impartisce una dura lezione ai figli: nessun animale è davvero addomesticato se si trova sotto minaccia, e l'animale più pericoloso del mondo è proprio l'animale antropomorfo. L'uomo guarda gli occhi dell'animale e vede sé stesso: questo atteggiamento è sbagliato in generale, e mortale in certe circostanze.
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Gli animali più pericolosi del mondo |
Un altro tema esplorato è il sacrificio che un essere umano si ritrova a dover fare per sopravvivere in mezzo alle avversità: Pi, vegetariano, in poco tempo si ritrova a dover pescare e uccidere dei pesci per sopravvivere, e in seguito a fare cose peggiori; ma nonostante questo mantiene la sua ingenuità e la sua incrollabile fede, in tutte le sue religioni, senza mai cadere nella tentazione del cinismo o della disperazione. Personaggi del genere nella letteratura e nel cinema stanno scomparendo, spesso perché ritenuti noiosi e poco affascinanti: Vita di Pi è la prova che non è detto che sia vero, a patto che siano scritti bene, ovviamente.
Vita di Pi, di Ang Lee (USA, 2012) con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall.
Era il 2007 quando ho letto che c'era in produzione un film tratto da questo libro: come per molti lettori, mi pareva impossibile. A parte il prologo e i primi capitoli, non ci sono personaggi umani nella storia, senza contare i deliri e le allucinazioni del protagonista in mezzo all'oceano. Suppongo sia per questo che l'abbiano ritardato tanto a lungo.
Finalmente il film è uscito, e mi sono ricreduta: il film non solo è fedele al libro, ma è visivamente uno spettacolo: la magia del mare, sia in tempesta che durante la bonaccia, e le creature che lo abitano è una vera gioia per gli occhi. Pur non avendolo visto in 3D, non ho problemi a consigliarlo per chiunque volesse provarlo: forse è uno dei pochi film che può solo beneficiare di questa tecnica.
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I mammiferi acquatici hanno sempre l'impulso di saltare sopra ragazzini estasiati. |
Il film riesce a rendere bene tutti i temi del libro, anche quello impopolare della religione (anche se glissa, al contrario del romanzo, sulla difesa degli zoo); l'unica vera pecca è l'aggiunta di un inutile storiella d'amore per Pi all'inizio della storia: non riesco a pensare a nessuna utilità per quella sottotrama se non a stabilire che Pi è eterosessuale, anche se alla fine del film lo vediamo con famiglia e figli, quindi anche quello è ridondante. Normalmente sono a favore di inserire personaggi femminili, ma non se la loro funzione è quella di decorazione.
Ah, e la promessa della storia di farci credere in Dio? Senza spoilerare troppo, posso dire che i capitoli finali ci presentano un'altra versione della storia, e sta a noi scegliere quale preferiamo. Lo stesso, dice Pi, vale per Dio. Sta a noi lettori crederci o meno.
Fun Fact: Il nome della tigre, Richard Parker, viene dal romanzo Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe, un personaggio che viene mangiato da altri naufraghi su una scialuppa. Nel 1884, si verificò un naufragio molto simile a quello descritto da Poe, e quattro persone si ritrovarono s una barca, e tirarono a sorte su chi doveva venire mangiato per primo. Il povero malcapitato era un ragazzo di diciassette anni di nome Richard Parker.
SPOILER: Tenete bene a mente la lezione sugli animali antropomorfi, perché, quando la tigre sbrana tonnellate di suricati a metà del film, è difficilissimo non pensare "TIMON! NOOO!". Lo dico per il vostro bene.
Vita di Pi, di Ang Lee (USA, 2012) con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Rafe Spall.
La verdad es que tiene buena pinta. Tengo ganas de verla.
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